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5
A Rossaveal non c'è niente a parte il porticciolo ed due parcheggi. Parcheggiamo in quello gratis e prendiamo il traghetto. La giornata è stellare, il traghetto è affollatissimo.
Appena scesi, ci dirigiamo verso i negozi che affittano le bici, ma siamo intercettati da un'orda di isolani che ci offrono bici ad un prezzo più conveniente. E' un vero e proprio assalto al turista, a cui nessuno riesce a sfuggire. L'offerta è veramente conveniente, 7 euro fino al giorno dopo, notte compresa e ci facciamo convincere In traghetto verso le Aran
In traghetto verso le Aran
. La proprietaria è un donnone dai modi energici, efficiente e gentile. Prima di andare all'ostello, scarichiamo la scheda della macchina fotografica, in un Internet Point locale. Una coppia di ragazzi italiani ci fa un dvd con le foto che abbiamo fatto (più di 400!). Sono due giovani simpatici, lavorano qui d'estate e “in giro” durante l'inverno. Lui sviluppa software in php mentre lei bada ai turisti. Chissà se lui riesce a godersi il posto, il suo sguardo perso nel monitor mi fa pensare di no...
Andiamo all'ostello, il Mainistir House Hostel, una decina di minuti in bicicletta dal porticciolo. E' un posto fantastico, su una collina con vista sulla costa irlandese. Il tempo di lasciare il bagaglio (una borsa in tre) e cominciamo il nostro giro dell'isola. In giro ci sono solo turisti in bicicletta, turisti sul calessino, turisti nei furgoni-taxi. L'isola è una delizia. Ci fermiamo in una spiaggia di sabbia bianca a prendere un po' di sole. Due ore ad arrostirci. Il sole è fortissimo, ho già visto diversi isolani spalmarsi la crema da sole mentre attendono i turisti vicino ai loro calessini.
Sono i primi momenti di relax di una vacanza dai ritmi un po' frenetici. Ci sono tante cose da vedere e siamo in continuo movimento. Diego vince una gara a chi fa la scritta sulla sabbia più grande. La scritta “Irish rule” impallidisce a fianco di una gigantesca “Italia” In traghetto verso le Aran
In traghetto verso le Aran
. Orgoglio nazionale.
Di nuovo in sella, percorriamo il tour dell'isola fino ad una chiesa. Poi ci arrampichiamo fino al forte Dun Aengus. Lasciamo le bici alla biglietteria e saliamo a piedi lungo il sentiero.
Il forte è una spettacolo unico. Si tratta di una costruzione semicircolare, costruita in corrispondenza di una scogliera. Il lato aperto coincide con un salto nel vuoto di 89 metri. Due le ipotesi: il forte è stato concepito così, in quanto non era necessario difendere il lato della scogliera, già naturalmente protetto, oppure il forte era originariamente circolare e una parte è crollata insieme alla scogliera.
Comunque sia andata, il luogo toglie il fiato. Diego e Carmen si affacciano sul vuoto. Io non sono per niente tranquillo. C'è molto vento ed in passato ci sono stati incidenti mortali. La giornata è bellissima e sullo sfondo si vede la costa irlandese.
Percorrendo il sentiero a ritroso, incontriamo una casetta degli elfi. Pare che sia tradizione costruirle per ingraziarseli.
Riprendiamo le bici, ma per poco, perchè Diego buca. Raggiungo il negozio per chiedere soccorso, ma nel frattempo l'efficiente “servizio scopa” dell'isola ha già provveduto a sostituire la bici di Diego Isole Aran
Isole Aran
. Durante l'attesa, familiarizzo con i due ragazzi del noleggio, che sono dei fan dell'attuale coach dell'Irlanda, Giovanni Trapattoni (“Great Man!”).
Ci ritroviamo al market dell'isola, dove ci rapinano per una spesa frugale. Andiamo all'ostello per prepararci la cena, mentre intorno sta esplodendo un tramonto impareggiabile. Dalla cucina dell'ostello si vede il cielo. Siamo soli e non abbiamo fretta di uscire.
Benediciamo l'intuizione di Carmen, che ha proposto di dormire nell'isola. La maggior parte dei turisti arriva col traghetto delle 11 e va via con quello delle 18, troppo poco per godersi l'isola, che risplende proprio al tramonto.
Usciamo. Con le bici arriviamo al pub “Ti' Joe Watty's” dove non ci saranno problemi per Diego. I controlli qui nell'isola sono senz'altro meno severi. La serata musicale è condotta da un bravo cantante-chitarrista, che propone un repertorio di pezzi famosi. Cantiamo di tutto.
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